CORONAVIRUS - AGGIORNAMENTO QUADRIMESTRALE
L’ultimo quadrimestre del 2020 ha visto Legnano coinvolta nella seconda ondata in misura significativa: oltre 2700 cittadini sono stati contagiati, pur essendo stati, in larga misura asintomatici o paucisintomatici; durante la prima fase covid il totale dei casi fu di 588, quasi interamente sintomatici. Vedi allegato 1
Nel grafico successivo l’andamento dei contagi per settimana dell’anno; in corrispondenza delle misure di contenimento sono riportate le frecce (8 marzo lockdown, zona rossa dal 6 novembre, gialla dal 13 dicembre, rossa/arancione (DPCM “festività”) dal 24 dicembre). Vedi allegato 2
Secondo la classificazione mondiale sono considerati casi Covid-19 tutti coloro che abbiano avuto un riscontro positivo al tampone nasofaringeo molecolare, indipendentemente dai sintomi; nel grafico i casi di legnanesi coinvolti nel terzo quadrimestre sono indicati per età e sesso. Vedi allegato 3
Abbiamo avuto complessivamente 1435 femmine e 1317 maschi; le fasce di età dove si colloca il maggior numero di casi, in valore assoluto, è quella giovane adulta, come riportato anche a livello regionale e nazionale.
Rispetto alla popolazione residente, abbiamo avuto un’incidenza media del 4,5% nel quadrimestre e così distribuita per fascia di età: dunque in termini relativi i più colpiti sono gli ultranovantenni e le persone tra i 15 e i 59 anni.
Fascia di età
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numero casi
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residenti al 31/12/2019
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% casi covid su residenti
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0-14 aa
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126
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7986
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1,58%
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15-29 aa
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474
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8699
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5,45%
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30-44 aa
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580
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10997
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5,27%
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45-59 aa
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844
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14959
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5,64%
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60-74 aa
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433
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10641
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4,07%
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75-89 aa
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241
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6239
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3,86%
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oltre 90
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54
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815
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6,63%
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TOTALE
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2752
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60336
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4,56%
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Se consideriamo anche i casi verificatisi a marzo-agosto, l’incidenza, come riportata sul sito regionale, assomma al 5,67%, in media coi comuni della città metropolitana di Milano (5,44%) e della provincia di Varese (5,93%).
La distribuzione nella città è omogenea per aree e quartieri, con prevalenza dei focolai famigliari e di comunità.
Ricordando che per infezione si intende l’ingresso di un microorganismo nell’organismo umano ( portatore asintomatico cioè in assenza di sintomi ma in grado di trasmettere l’infezione) a cui possono seguire, non necessariamente, i sintomi della malattia, nel grafico troviamo gli esiti dell’infezione registrati al 31 dicembre, di tutte le persone che hanno avuto un primo esito positivo da settembre. Vedi allegato 4
Il decesso è strettamente correlato all’età, come possiamo vedere nel grafico; al di sotto dei 40 aa non si sono verificati decessi e al di sotto dei 65 aa i decessi sono stati 5 nel quadrimestre.
Vedi allegato 5
Complessivamente il tasso di letalità si attesta sull’2,3% , anche se il dato non è da considerarsi definitivo.
Di particolare significato è analizzare l’eccesso di mortalità provocato dal Covid-19, cioè i decessi in aggiunta alla media dei decessi del medesimo periodo.
ISTAT pubblica aggiornamenti costanti della mortalità generale per comune, ponendo a confronto la media di decessi degli anni 2015-2019 col numero assoluto di decessi nei mesi del 2020; l’ultimo mese disponibile è ottobre.
Estraendo i nostri dati è possibile verificare un significativo eccesso di mortalità, che, nei mesi di marzo e aprile, ha comportato un incremento del 100%. Un bilancio ulteriore lo si potrà trarre terminata questa seconda ondata pandemica, anche se già dal mese di ottobre si registra un incremento di circa il 20%. Vedi allegato 6
La pandemia da nuovo coronavirus si è presentata nel nostro comune secondo dinamiche del tutto simili a quelle della città metropolitana di Milano e della vicina provincia di Varese, con un primo interessamento nei mesi di marzo – aprile, dove, pur con un numero di persone riconosciute positive al tampone abbastanza contenuto, abbiamo avuto un eccesso di mortalità rilevante (non necessariamente costituito da morti di covid); di contro a novembre, con un numero di rilevati positivi enormemente più alto, l’eccesso di mortalità generale appare più contenuto, anche se con dati non ancora definitivi.
Sicuramente la politica di implementazione dei tamponi – a marzo limitata ai sintomatici ricoverati- ha determinato una maggiore capacità diagnostica con un ridimensionamento proporzionale dei casi gravi e della letalità, tuttavia è indiscutibile la più ampia diffusione verificatasi nell’autunno.
Ricordiamo in conclusione che il tampone naso faringeo è volto alla ricerca della presenza del virus nell’organismo, mentre i test sierologici servono per conoscere se un individuo è venuto a contatto, dunque si è infettato con il nuovo coronavirus e ha sviluppato anticorpi.
In merito ai test sierologici non abbiamo dati puntuali nel nostro comune, ma esclusivamente quelli derivati dallo studio nazionale di sieroprevalenza su SARS-CoV-2 effettuati dal 25 maggio al 15 luglio, i cui risultati preliminari indicavano un 7% dei lombardi con anticorpi positivi. (http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4998).